Una ricerca condotta in collaborazione dalle Università di Verona, Milano, Losanna (Svizzera) e Calgary (Canada), pubblicata da Frontiers in Physiology ha evidenziato che quando il corpo umano è sottoposto a prove di resistenza prolungata, per esempio una maratona o una gara di ultratrail, impara a “risparmiare energia”.
A curare lo studio sono stati Aldo Savoldelli, Alessandro Fornasiero, Pietro Trabucchi, Eloisa Limonta, Antonio La Torre, Francis Degache, Barbara Pellegrini, Gregoire Millet, Gianluca Vernillo e Federico Schena.
“Per realizzare la ricerca – spiega Trabucchi – abbiamo preso due soggetti volontari iscritti al Tor des Geants (la massacrante ultramaratona alpina di 330 chilometri con 24.000 metri di dislivello positivo) che hanno affrontato le salite della gara indossando un metabolimetro, un’apparecchiatura che calcola il dispendio energetico attraverso la misura dello scambio gassoso (ossigeno incamerato, gas espulsi)”. “Tutte le salite sono state poi parametrizzate – aggiunge – per poter confrontare i dati diversi come altitudine e pendenza. Alla fine dello studio è emerso che la tendenza dell’organismo con il passare dei giorni è di consumare sempre meno energia. C’è un aumento di efficienza del movimento e probabilmente il subentrare di uno stato psicologico di maggiore calma e sicurezza che rallenta i consumi”.
“La presente relazione può essere considerata un passo avanti nell’analisi di questo tipo di argomento – si legge nelle conclusioni dell’articolo pubblicato – considerando la difficoltà nell’effettuare queste misurazioni sul campo”.